Riportiamo a seguire un estratto dell’intervista che il Vescovo di Assisi, Monsignor Sorrentino,
ci ha rilasciato durante una nostra visita.
In quell’occasione gli chiedemmo cosa significasse per Lui e per la comunità
ospitare una coppia di giovani eritrei, copto-ortodossi,
all’interno della stessa casa vescovile, a due passi dalla Chiesa della Spoliazione.
Sono passati due anni ma le sue parole restano più che mai attuali e per nulla scontate.
"San Francesco si è spogliato per accogliere.Poi concretamente cosa significa?
A raccontare Francesco si fa presto, diverso è realizzare oggi il messaggio di Francesco.
Mi capita spesso di parlare con i pellegrini del Santuario e di raccontar loro della famiglia di immigrati
che stanno proprio qui in Vescovado , in mezzo a noi.
Questo fa un effetto molto molto forte.
Per me è una grande ricchezza spirituale e umana avere questa famiglia e sentirla come la mia, in qualche modo avere anche questa coppia che sente la dimensione religiosa in maniera speciale.
Il punto che noi la aiutiamo nel rispetto delle proprie convinzioni anche facilitando
l' appartenenza alla sua comunità
Passando dal Museo della Memoria raccontiamo che c'è stata una grande pagina di accoglienza verso gli ebrei perseguitati.
Ed ora che stiamo dentro un 'altra bufera fare come questa non ci toccasse.
Dobbiamo fare anche Noi i conti con questa involuzione di civiltà che ci rattrista molto e non ha veramente senso.
E' perdita della memoria non solo evangelica ma anche nazionale e civile, dobbiamo fare veramente di tutto per poterla fermare.
Certo esiste il problema di come accogliere nel futuro.
Questo è un problema per Noi e per Loro.
Un problema che sento ancora di più durante le mie visite pastorali,
ove sono obbligato a leggere la realtà come essa appare, cosi come nelle statistiche.
Noi siamo una Società morente.
C'è ormai una forbice talmente larga tra il numero dei morti ed il numero dei bambini battezzati,
numero quest'ultimo che viene implementato molto spesso proprio dall'integrazione.
Se si proiettano questi numeri fra dieci anni o fra vent'anni, se non c'è un inversione di tendenza, e una apertura ,
una accoglienza, anche un rinnovato slancio di vita, noi ci candidiamo all'estinzione.
Queste realtà ci fanno veramente bene, intanto perchè ci fanno riflettere, ci fanno aprire il cuore,
mettono in moto un movimento di recupero delle idealità e dei valori fondamentali e trasversali,
perchè non sono valori solo dei cattolici.
Senza questi valori è una Società che si candida all'estinzione.
Questo bisogna dirlo con chiarezza, perchè di fatto lo si vede ma non lo si mette a tema,
Quindi non se ne fa anche un problema di riflessione e di progetto.
Con questa chiusura di occhi e di cuore non si va lontano.
Bisogna dirlo con forza che se c'è una realtà dell'immigrazione che oggi ci costringe a
porci dei problemi, non può che farci bene.
Poi esiste un problema di come organizzarci,
Ecco allora che i Corridoi Umanitari da questo punto di vista sono un bell'esempio di come
si può rendere l'accoglienza in una maniera adeguata.
Poi certo esiste il problema di come aprire percorsi in futuro.
Più una Società recupera una valori come la solidarietà più possono sorgere delle risorse,
delle possibilità, anche per gli italiani.
Benvenuti, e grazie a loro! Perché ci costringono a riflettere anche su di noi”.