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VOLONTARIPersone non retribuite, facenti parte della comunità parrocchiale o religiosa che accoglie i beneficiari del programma dei corridoi umanitari, che accettano di collaborare con gli operatori della Caritas diocesana e con la famiglia tutor per fornire aiuto e supporto ai beneficiari, in qualsiasi forma: dal sostegno per lo studio dell’italiano, all’accompagnamento presso uffici pubblici, supermercati, scuole, dall’attivazione di qualsiasi occasione di inserimento nella comunità parrocchiale e cittadina alla ricerca di opportunità lavorative. Una categoria particolare sono i cosiddetti volontari “in servizio civile”: giovani under 30, che hanno superato le selezioni per accedere al programma nazionale del servizio civile e che hanno scelto di svolgere l’annualità del programma presso le caritas diocesane, come supporto per gli operatori. VULNERABILITA'L’insieme di condizioni determinate da fattori e processi fisici, sociali, economici e ambientali che aumentano la suscettibilità e la fragilità psicofisica di un individuo o di una famiglia nel contesto di vita dei campi profughi. Nel protocollo istitutivo dei corridoi umanitari sono state prese in considerazione queste vulnerabilità: la condizione di madre sola con figli minorenni, l’essere anziani soli, l’aver subito violenza sessuale o altre forme di violenza fisica, di persecuzione o di tortura, l’handicap fisico o psichico, la condizione di minore non accompagnato. In base a quanto previsto dal protocollo stesso, i beneficiari dei Corridoi Umanitari possono essere “persone ritenute meritevoli dall’UNHCR, almeno prima facie, del riconoscimento dello status di rifugiato” ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951 (e del suo Protocollo del 1967), ma anche potenziali richiedenti protezione comunque in condizioni di oggettiva vulnerabilità determinata dalla loro situazione personale, dall’età e dalle condizioni di salute.” |