La fase di individuazione della miglior corrispondenza possibile tra le esigenze dei profughi inseriti nel programma dei corridoi umanitari, rispetto alle loro vulnerabilità psico- fisiche e alle altre eventuali problematiche familiari (es: famiglia numerosa), e le possibilità di accoglienza e integrazione messe a disposizione dalle diverse Caritas diocesane, sia in termini di loro professionalità sia rispetto a collaborazioni con ospedali, strutture per terapie specifiche, scuole e con i servizi sociali comunali. Questo è uno dei punti chiave del progetto dei corridoi umanitari perché rappresenta il punto di partenza per la costruzione di un percorso di integrazione il più possibile personalizzato rispetto ai beneficiari e maggiormente inseribile nel contesto sociale della comunità che accoglie. Un esempio dell’impegno nella fase di matching e’ l’aver collocato una famiglia con un minore affetto da sordità presso una caritas diocesana, nel cui territorio vi era una scuola dove si insegnava la lingua dei segni italiana.