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O que vejo da janela 

Cheguei na Italia faz pouco tempo, e ainda me encontro de quarentena.

Primeiro, permita-me me apresentar. Olà, Eu sou a Jesuelma Melissa Monteiro de Sousa, tenho 20 anos de idade
e nasci em Luanda, Angola.
È a primeira vez que eu saio do meu pais, e posso dizer que foi uma experiencia excepcional.
Depois de sair de Luanda, fiz 9 horas de voo até chegar em França no Aeroporto Charles de Gaulle.
Fiquei expantada com o tamanho daquilo, como se fosse uma cidade, havia muita gente là.
E por mais incrivel que pareça, eu não me sentia estranha.
Para sair de um terminal para outro era preciso andar de trem, algo que eu nunca tinha feito na vida
porque no meu pais não temos esses tipos de transporte. Quando cheguei a Roma, fiquei igualmente espantada
com o aeroporto de Fiumicino e a quantidade de lojas que la se encontram,
parecia um centro comercial muito grande.

Depois de Roma, eu peguei um voo para Alghero, onde encontrei quem me iria buscar.
Mas parecia ja um lugar mais calmo e silencioso.Ja fazem 6 dias que me encontro de quarentena,
como eu cheguei em Alghero de noite, não tive a oportunidade ainda de admirar a cidade e conhece-la.
Mas do trajecto que fiz do aeroporto até em casa pude perceber que a cidade è linda e muito calma,
sem confusão.
Muito diferente da minha.

Todos dias que acordo e olho para a janela, quase que não vejo ninguém.
Simplesmente os carros que estão estacionados ou os que passam.

O silencio è notado, de onde eu vim è muito diferente. Eu vivia proximo de uma igreja e quase todas
as manhas era acordada como barulho das musicas e oraçoes.
Geralmente na minha cidade logo de manha os vizinhos colocam musicas alta, as mulheres que fazem
o comercio informal ja estão na Zunga. Crianças a irem para a escola e muita movimentação.

Eu notei que a maioria das pessoas que passa pela minha janela são mais velhas, pessoas idosas.
Poucas vezes vejo jovens. Isso so confirma as aulas que tive de demografia
que a população Europeia è mais velha.

No meu pais o índice de juventude è muito elevado.
Em qualquer momento você encontra crianças na rua ou jovens.

Da minha janela, eu percebo que o tempo è sempre cinzento e frio. Talvez è porque estamos na época de frio,
mas poucas vezes vejo o sol. È engraçado porque Ha uma semana eu estava reclamando do calor
da minha cidade e do Sol escaldante e agora, cada vez que o sol aparece eu me sento a janela so para
o sentir por uns minutos.
Eu nunca tinha sentido tanto frio na minha vida, que eu costumava dizer que preferia
a época fria do que a quente.
Hoje não sei se ainda penso assim.

Hoje vi um gato a passar sobre a calçada e me lembrei de que na minha cidade em quase todos bairros
ou ruas tem sempre cães a deriva, quase todas famílias tem sempre um cão ou mais.
As pessoas os adquirem-nos para a propria protecção e para a alegria de casa.

Da minha janela também vejo os prédios, me parece que existem muitos nessa cidade.
No meu pais esse tipo de construçoes não se verifica muito, o projecto arquitectonico
è mais horizontal do que vertical.

Da minha janela eu vejo um novo mundo, outra realidade, outro clima, outra vida.
Da minha janela ja não vejo a minha Africa.

 

Guardando dalla finestra 

Sono appena arrivata in Italia e sono ancora in quarantena.

Permettetemi innanzitutto di presentarmi. Ciao, sono Jesuelma Melissa Monteiro de Sousa,
ho 20 anni e sono nata a Luanda, in Angola.
È la prima volta che lascio il mio paese e devo dire che è un'esperienza eccezionale.

Dopo aver lasciato Luanda, con un volo di 9 ore sono giunta in Francia, all'aeroporto Charles de Gaulle.
Sono rimasta senza parole per le dimensioni, come fosse una città, c'era così tanta gente!
E per quanto incredibile possa sembrare, non mi sentivo strana!

Per andare da un terminal all'altro bisogna prendere un treno, cosa mai fatta in vita mia
perché nel mio paese non ce ne sono.
Arrivata a Roma, ero di nuovo senza parole alla vista dell'aeroporto di Fiumicino e la quantità di negozi,
sembrava un enorme centro commerciale.

Da Roma ho preso un volo per Alghero, dove sono venuti a prendermi.
Sembrava già un posto più calmo e tranquillo.

Sono passati 6 giorni da quando ho iniziato la quarantena; arrivata di notte, non ho ancora potuto ammirare
la città e conoscerla.
Ma dal percorso fatto dall'aeroporto a casa, mi è parsa una bellissima città, molto tranquilla,
senza alcuna confusione. Così diversa dalla mia.

Ogni giorno mi sveglio e guardo fuori dalla finestra, non vedo quasi nessuno.
Solo macchine parcheggiate o di passaggio.

Noto il silenzio, da dove vengo io è così diverso. Vivevo vicino a una chiesa
e quasi ogni mattina mi svegliavano i suoni della musica
e delle preghiere. La mattina i vicini sono soliti mettere musica ad alto volume
e le venditrici ambulanti sono già nella Zunga.
I bambini vanno a scuola e tutto è in movimento.

Ho notato che la maggior parte delle persone che passano davanti alla mia finestra sono più vecchie, anziane.
Raramente vedo giovani. E' una conferma delle lezioni di demografia,
dove ho imparato che la popolazione europea è più anziana.
Nel mio Paese l'indice di giovani è molto alto, trovi bambini e ragazzi per strada ovunque!

Dalla mia finestra noto il tempo, sempre grigio e freddo. Sarà perché siamo nella stagione fredda,
ma vedo raramente il sole.
È buffo, una settimana fa mi lamentavo del caldo della mia città e del sole cocente ed ora,
ogni volta che esce il sole,mi siedo alla finestra anche solo per sentirlo per qualche minuto.
Non avevo mai sentito così freddo in vita mia,pensavo di preferire la stagione fredda,
ora non sono più così sicura.

Oggi ho visto passare un gatto sul marciapiede, mi sono ricordata che nella mia città si vedono cani in giro
in ogni strada e quartiere, praticamente ogni famiglia ha un cane o più, la gente li prende
per la propria protezione e per l'allegria della casa.

Dalla mia finestra vedo anche palazzi, mi sembra che ce ne siano tanti qui.
Nel mio paese questo tipo di costruzione non si vede molto,
il progetto architettonico è più orizzontale che verticale.

Dalla mia finestra vedo un mondo nuovo, un'altra realtà, un altro clima, un'altra vita.
Dalla mia finestra non vedo più la mia Africa.

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